Danko di Montersino è un “principe”, di sicuro, la nobiltà del suo sangue è certificata sulla carta dal suo albero genealogico. Nato il 28 ottobre 2010 in quel di Guarene, tra le Langhe e il Roero, terra di vigneti nobilissimi e di vini deliziosi, ha una struttura caratterizzata da ossa di medie dimensioni, tronco solido, muscolatura ben sviluppata, fisico forte e asciutto, privo di grassi. La sua andatura preferita è il galoppo, pur non disdegnando il passo e il trotto. Danko non è un cavallo ma un segugio italiano, a pelo raso nero focato, un cane appartenente a una razza nata soprattutto per la caccia alla lepre, giacché la sua struttura fisica bene equilibrata lo rende capace di seguire la selvaggina dall’alba al tramonto. Comunque il nostro “principe” non pratica la caccia. Tutti i giorni ama fare lunghe corse, giocando con gli amici a quattro zampe, gradisce molto le coccole dei suoi “umani”, ma anche di chi gliele fa casualmente. Occasionalmente è stato scelto in un allevamento anziché in un canile, la nobiltà di sangue non era fondamentale, i suoi predecessori, Gerry e Thor su tutti, erano meticci, cioè di pura razza “non di razza”, ma la loro nobiltà d’animo non è mai stata messa in discussione e hanno assolto in pieno fino all’ultimo la loro missione di amici fedeli e sono di certo felici di vedere Danko in quello che era stato il loro ruolo. Anche Pippo è un “principe” e, pur essendo di razza “non di razza”, è un gatto a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, infatti la mamma si chiama Marta e il babbo è un gattone randagio di nome Pippo, perché nel posto dove è nato, il 15 agosto 2009, tutti o quasi i gatti maschi hanno nome Pippo, per tradizione di famiglia. Pippo e Danko sono praticamente cugini, in quanto vivono nelle case di due umani tra di loro fratelli. Si conoscono per odore ma non si sono mai incontrati muso a muso, purtroppo una differenza di linguaggio non permette ai due simpatici quattro zampe di capirsi perfettamente: il cane muove la coda perché è contento di vedere il gatto, ma il gatto pensa che il cane sia arrabbiato perché muove la coda, dato che questo è il significato del movimento della coda del gatto. Naturalmente solo perché Danko e Pippo non sono cresciuti insieme, altrimenti avrebbero trovato il modo di comprendersi, grazie anche alla loro acclarata “nobiltà d’animo”.

Fabrizio Scarpa – 8 ottobre 2014 “il Mercoledì” n° 36 anno XX

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