Il 17 settembre 1918 nasceva a Torino Mario Turatti. Alla fine degli anni quaranta fonderà una piccola azienda elettromeccanica, che in pochi anni diventerà la maggiore produttrice di apparecchiature elettriche statiche, utilizzate dalle più importanti case automobilistiche del mondo. Questo industriale illuminato, nella sua lunga vita imprenditoriale, ha dato lavoro a migliaia di operai e impiegati, non pensando solo al suo tornaconto ma anche a dare un futuro decoroso a chi prestava la propria opera per dare lustro alla SIPEA, la quale presto si sarebbe trasferita a Nichelino e sarebbe entrata a far parte dell’indotto FIAT. Mario Turatti nel 1984, quando fu nominato Cavaliere del Lavoro, aveva portato la sua azienda dai 4 dipendenti iniziali agli oltre 1300, solo nello stabilimento principale, sito nelle antiche paludi di Moncalieri, impegnandosi perché la sua produzione fosse sempre all’avanguardia. Come altri suoi colleghi, tra i quali, per restare in Piemonte, Leumann, Olivetti, Ferrero e all’inizio anche Agnelli, Mario Turatti aveva molto a cuore il benessere dei suoi dipendenti, prendendosi cura sia dell’ambiente di lavoro che del tempo libero, organizzando gite, vacanze e occasioni di incontro e svago. Una grande famiglia al cui interno si sono formate molte famiglie, che si sono tramandate il lavoro di generazione in generazione. Il clima era sereno, lavorare molto piacevole, e i fatturati aumentavano sempre di più. Andò avanti così per parecchi anni, finché la famiglia Turatti rimase alla guida della SIPEA, diventata nel frattempo SPA. Purtroppo lo stravolgimento del mondo del lavoro e le svariate crisi economiche finiscono per mettere in seria difficoltà l’azienda nichelinese. Prima gli americani, poi i tedeschi, ultimamente i cinesi, rilevando la SIPEA non si sono fatti scrupoli nel ridurre i costi per aumentare i ricavi. E il costo più grosso è la manodopera, fatta di esseri umani, di famiglie con figli, di creature che grazie allo stipendio si possono permettere una vita decorosa. Ma tutto ciò non ha importanza per gli Yes Men e per i tagliatori di teste, ingaggiati con l’unico scopo di ridurre i posti di lavoro. Ora la ex SIPEA di Nichelino si trova a un passo dalla chiusura, e chi ci lavora vive nella disperazione totale, perché oltre a perdere lo stipendio viene privato della dignità. Proprio in questi giorni ricorre un secolo dalla nascita di Mario Turatti, che di certo si starà rivoltando nella tomba vedendo cosa sta succedendo all’azienda e ai dipendenti, le sue creature, per mano di gente senza pietà che sta trasformando questo centenario in Cento anni di ingratitudine, nei confronti di un uomo che ha speso tutta la vita per il lavoro suo e di coloro che hanno lavorato per lui. Qualcuno dovrebbe fare i conti con la propria coscienza!
Cento anni di ingratitudine
Fabrizio Scarpa – 19 settembre 2018
“il Mercoledì” n° 34 anno XXIV