Anche questa volta è arrivata la fine di luglio. Anni fa era il momento cruciale nella partenza per le ferie. La maggior parte degli italiani andava in vacanza in questo periodo. Quasi tutti i grandi stabilimenti chiudevano per tutto il mese di agosto, le città si svuotavano e le località marine o montane si riempivano di villeggianti assatanati. Negli alberghi non si trovava un posto libero e si finiva per passare l’agognato ferragosto pagando di più per essere trattati peggio. Il termine ferragosto deriva da “feriae Augusti” (riposo di Augusto), una festività istituita dall’imperatore romano Augusto nel 18 a. C. per celebrare, insieme ad altre feste cadenti nello stesso mese, i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. L’antico Ferragosto aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo dopo le grandi fatiche profuse nei mesi precedenti. Durante il ventennio fascista in Italia nasce la tradizione popolare della gita di Ferragosto, organizzata dal regime, attraverso le varie associazioni dopolavoristiche. L’iniziativa offriva la possibilità anche alle classi sociali meno abbienti di visitare le città italiane o di raggiungere le località marine o montane. Con gite a prezzi popolari la maggior parte delle famiglie italiane ebbe per la prima volta la possibilità di vedere il mare, la montagna e le città d’arte e poiché le gite non prevedevano il vitto, nacque anche la tradizione del pranzo al sacco. Fino alla metà del XX secolo molti torinesi si recavano in riva al Po, vicino alla chiesa della Madonna del Pilone, per la “Festa dle pignate a la Madòna dél Pilon”, ovvero “Festa delle pentole alla Madonna del Pilone” per pranzare al sacco o al ristorante. Antiche tradizioni e vecchie abitudini che ritornano e tanti in questo periodo non potranno permettersi molto di più. Oggi purtroppo sono tante, troppe, le aziende che hanno chiuso, o chiudono, non per ferie ma per non riaprire. Con nostalgia ripenso a quando con gli amici me ne stavo seduto al bar a osservare la marea delle auto in coda in partenza per le vacanze. Potendo scegliere preferivo fare le ferie a luglio o a settembre e rimanere ad agosto a lavorare e a godermi la tranquillità della città deserta. Anche questa volta è arrivata la fine di luglio, ma non è più la fine di luglio di una volta. A tutti le lettrici e a tutti i lettori auguro un agosto sereno con la sincera speranza che vengano tempi migliori. Un buon arrivederci a settembre.

Fabrizio Scarpa – 31 luglio 2013 “il Mercoledì” numero 30 anno XIX

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