Se Atene piange, Sparta non ride! Poveri noi! Noi tifosi della Juve e del Toro mai come in questo momento uniti nella disperazione per i risultati disastrosi. Partiamo dai Gobbi, che, reduci dal non lontano calcioscandalopoli, per il quale, a onor del vero, sono stati gli unici a pagare veramente, veleggiano nelle posizioni di medio alta classifica ma non riescono a trovare quell’equilibrio che dovrebbe renderli i più accreditati antagonisti delle squadre milanesi nella corsa per lo scudetto e si trovano fuori dalla maggiore competizione europea. Ora Ciro Ferrara si trova sulla soglia del licenziamento, come se il problema stesse tutto nell’allenatore. Mi dispiace perché Ciro è stato un ottimo giocatore, nel Napoli, nella Juve e in nazionale, mi è simpatico, l’ho incontrato parecchie volte sui voli tra Torino e Napoli e viceversa, sorridente e disponibile al dialogo, senza la puzza sotto il naso, insomma quasi non pareva uno juventino. Come lui Gigi Buffon e Alex Del Piero, ma anche altri rigadini, hanno la mia stima come uomini e per la loro serietà professionale. Del resto non mi riesce più da tempo di gioire delle disgrazie degli ex odiati cugini. Sarà la vecchiaia? Non solo, è anche il fatto che meglio la Juve piuttosto che quella strana squadra internazionale di Milano o l’altra milanese guidata da un presidente che non ho mai digerito. E che dire del Toro, tanto amato da me dall’Anticosaggio e da Ildirettore? Non abbiamo più fegati da mangiarci e abbiamo consumato le unghie dei piedi. Via anche Beretta, che forse sarà riuscito ad allenare la squadra per una decina di giorni e che andandosene ha dichiarato che gli pareva di essere finito in una gabbia di matti. Il nono esonero dell’era Cairo, un presidente sempre meno urbano, giacché non stacca quasi mai il posteriore da Milano. Mi dispiace pensarlo e dirlo: forse era meglio per la nostra storia finire al novantanovesimo anno e ripartire dai dilettanti con decenza invece che subire continuamente “onta su onta”. Forse oggi il Toro potrebbe essere in serie A con dignità. E nel nostro cuore, dal quale nonostante tutto non è mai uscito. Poveri noi!!!
Fabrizio Scarpa – 13 gennaio 2010
“il Mercoledì” – numero 2 anno XVI