“Quel che è successo deve farci riflettere: non siamo più in grado di gestire la protesta!”. Questa la laconica dichiarazione dei sindaci dei comuni della Valsusa, consci del fatto che se non ci fossero stati loro, con tanto di fascia tricolore, alla testa del corteo che, pacificamente, contestava la costruzione della TAV nella valle, le cose sarebbero degenerate ben oltre le già gravi conseguenze (oltre 200 feriti!). Non abito da quelle parti e non posso quindi pensare a come reagirei se mi facessero passare un treno a 300 chilometri all’ora sotto casa. Ci sono di certo motivazioni ragionevoli per una protesta che nelle intenzioni era pacifica. A seguire le notizie che rimbalzavano minuto per minuto su internet, il clima da quelle parti era di guerriglia e gli stessi organizzatori hanno dichiarato che mescolati ai tranquilli manifestanti c’erano molti elementi assolutamente estranei, venuti sul posto solo ed esclusivamente per “fare danni”, i cosiddetti “mestatori di … ”, che si definiscono anarchici, senza sapere evidentemente cosa significhi Anarchia. E molto dovrebbe riflettere qualche grillo sparlante prima di pontificare finendo per buttare benzina sul fuoco. La situazione politica ed economica, oltre che sociale, italiana (e non solo) è grave, anzi gravissima, e va trattata con le pinzette del chirurgo non con discorsi demagogici senza proposte costruttive. C’è poco da dire, la gente comune ha sempre meno soldi da spendere, i nuovi poveri aumentano sempre di più, i nervi sono a fior di pelle e ci vuole poco ad innescare momenti di tensione incontrollabili. Chi è preposto a governare il nostro paese ha il dovere di farlo, per togliere l’Italia da questa situazione: una pentola a pressione, la cui pressione interna continua ad aumentare, col rischio di una esplosione devastante. Mi impegno, mi sforzo, ma al momento non riesco a vedere un futuro prossimo più roseo, soprattutto perché mi pare che imperversino il menefreghismo, l’arroganza, l’assoluta mancanza di rispetto, l’ignavia, e qui mi fermo perché l’elenco potrebbe non finire mai. Giusto è riflettere, per evitare che in certe situazioni di tensione si infiltrino frange che sguazzano nel pantano del disordine e che nel caos trovano il loro ambiente naturale, a discapito di chi fa il proprio dovere e chiede rispetto per i propri diritti.

Fabrizio Scarpa – 6 luglio 2011
“il Mercoledì” numero 27 anno XVII

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