“A mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar. Venite con me nel mio mondo fatato per sognar …”. Salve Amici fedeli od occasionali, ve la ricordate questa filastrocca musicale? Ebbene questa settimana voglio raccontarvi una storia. Vorrei che fosse una di quelle favole a lieto fine, dove i protagonisti finiscono per vivere felici e contenti, con tutte e due le scarpette nei piedi, e magari Biancaneve sposa i sette Nani, dopo che il Principe con un bacio l’ha risvegliata, avendola trovata bellamente addormentata nel bosco. Non lo so come finirà? C’erano una volta … due giovani di buona famiglia, cresciuti all’ombra dei campanili di due città storicamente nemiche tra di loro, in quella bella e feconda terra di Toscana, che diede i natali al poeta Dante Alighieri. Non si tratta di una storia d’amore! I due giovani sono due maschi, divisi da qualche anno di età, uno un poco più giovane e molto intraprendente (fa anche l’arbitro, talvolta), l’altro un poco più vecchio, con uno zio molto considerato negli ambienti che contano. Ordunque i nostri due protagonisti, che ancora non si conoscono, fanno le prime esperienze in circoli di ispirazione guelfa, seguendo i dettami di Don Camillo più che di Peppone, inconsciamente ghibellino. Il tempo passa, politica ed economia del loro paese sono paralizzate, nessuno sembra capace di risolvere i gravi problemi, tanto che un certo Cavaliere Mascarato, guelfo rossonero, si vede costretto a scendere in campo con le sue falangi, falangine e falangette, per salvare l’amata patria dal baratro infernale. Ma questa è un’altra storia, almeno per il momento! Messer E e messer M, useremo solo le iniziali per discrezione, finiscono per ritrovarsi in una grande compagine che raduna guelfi e ghibellini, uniti sotto un’unica bandiera, dopo che per anni si erano combattuti senza esclusione di colpi. M ed E seguono carriere diverse, il primo si dedica alla sua provincia, alla sua città natia, mentre il secondo predilige la politica nazionale. Finché un giorno, non si sa se sia un bel giorno, i destini dei nostri due giovani si incontrano, o si scontrano. Messer E diventa capo del governo del suo grande e bel paese, in una torbida alleanza col nemico giurato, il Cavaliere, nel frattempo a piede libero, mentre messer M a furor di popolo viene nominato capo del partito guelfo ghibellino. Per il momento continuate voi, che a me scappa da ridere (per non piangere). Segue, forse!
Fabrizio Scarpa – 19 febbraio 2014 “il Mercoledì” n° 7 anno XX