Nel mio oltre mezzo secolo di vita non sono mai stato un fuscello, forse un poco fine, nel senso di educato, ma di certo non sottile. Sicuramente la abbondante pinguedine (oggi va molto di moda chiamarla obesità), che mi ha sempre accompagnato, è dovuta a un irrefrenabile attaccamento ai piaceri della tavola, anche se, con non poca invidia, devo dire che il mio caro amico e consigliere,l’Antico Saggio, è riuscito a mantenere una linea invidiabile, alla sua veneranda età, pur divorando, e scofanando, anche più del sottoscritto, in appassionati duelli conviviali all’ultima fetta di torta bavarese. Grande appassionato della corsa a piedi, si è tenuto in forma, nel trascorrere dei lustri, mentre mia grande passione era, ed è tuttora, il gareggiare, con me stesso naturalmente, a chi dorme di più. Ora gli americani, sempre loro, pare abbiano scoperto in una ricerca effettuata in una università della Columbia, che chi più dorme meno ingrasserebbe, cioè che riposare poco e male farebbe aumentare la “fame”, termine che mi permetto di virgolettare per rispetto a quella grande parte degli abitanti del mondo che veramente ne conoscono il significato. Mi considero un buon conoscitore degli innumerevoli metodi, spesso praticati, e più spesso ancora falliti, di perdere peso. Affermo che si dimagrisce non con lo stomaco ma con il cervello, e sempre dalla Columbia, mi confermano che le donne riflettono più degli uomini su quello che mangiano, usando quindi di più il cervello. E dire che il dormire non me lo sono fatto mai mancare.

Fabrizio Scarpa – 17 gennaio 2007
“il Mercoledì”- numero 2 anno XIII

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