Prima il grande Bardo, William Shakespeare, più volte, poi Voltaire, Oscar Wilde, Aristofane, fino ad arrivare questa volta a “Il flauto magico”, uno singspiel (letteralmente canto/recitazione) mirabilmente musicato dallo sregolato genio del grande Wolfgang Amadeus Mozart, questo è, salvo errori od omissioni, il percorso artistico del Laboratorio Teatrale Gli InStabili. Dal libretto di questa opera, archiviata come K 620, scritto da Emanuel Schikaneder (che ne interpretò anche la parte di Papageno) con il contributo del pressoché sconosciuto Karl Ludwig Giesecke, l’eclettica e instancabile Prof Annamaria Vitolo ha tratto un testo assai gustoso e attuale, un “divertissement” che ha portato in scena con il suo gruppo di allievi ed ex allievi dell’I.T.C. Marro di Moncalieri. La mai risolta lotta tra il Bene e il Male, con salti nel passato e riferimenti al presente e al futuro, viene molto bene svolta sulla scena da questi ragazzi che amano fortemente il gioco del teatro e lo fanno apprezzare a chi assiste alle loro esibizioni. Quello che mi preme di far sapere a chi mi legge è quanto sia positivo e importante l’impegno di questo gruppo, che si muove tra grandi difficoltà di tutti i tipi, superando in scioltezza quelle meramente materiali e volando, piano piano ma con sicurezza, sempre un poco più in alto. Riporto quasi integralmente come il gruppo si è descritto in un pieghevole perché non credo ci siano parole migliori: “Ragazzi che hanno scelto il teatro, l’arte di gruppo per eccellenza, attraverso il quale è possibile esprimere i propri sentimenti più profondi, per riuscire a perseguire l’obiettivo di rafforzare la capacità di stare insieme e collaborare, dare spazio alle proprie risorse creative ed espressive, scoprire la ricchezza della diversità attraverso l’incontro con gli altri ,,, ”. Una trentina tra attori, ballerine, coristi, tecnici e manovalanza varia compone questo gruppo sempre più amalgamato, sempre più stabile, del quale fanno parte anche alcuni ragazzi diversamente abili che si muovono con grande abilità sulle tavole e tra la polvere del palcoscenico. Bravi, veramente bravi. L’unico rammarico è che tanto lavoro abbia poco sviluppo, perché sicuramente potendo replicare più volte la crescita sarebbe ancora più degna di nota. Ma, si sa, anche questo fa parte delle regole del gioco. Grazie ragazzi!

Fabrizio Scarpa – 8 giugno 2011
“il Mercoledì” numero 23 anno XVII

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