Marzo è iniziato ma l’inverno ancora non ne vuole sapere di farsi da parte. Un sabato tiepido fa sperare in una domenica altrettanto piacevole, ma le previsioni si avverano e il tempo fa quello che vuole. Come tutte le mattine si aprono le imposte, poi le persiane e, come annunciato, nevica, anche a fiocchi belli grossi. Giornata da polenta! Detto fatto, una bella polentata con tordi in umido o, per chi non gradisce i pur deliziosi volatili, con burro latte e formaggio, qualche bicchiere di vino e, per finire, delle ottime pere cotte riccamente coperte da calda cioccolata ricavata da una buona tavoletta sciolta a “bagno maria”. Il corpo è ben rifocillato, ma lo spirito, sebbene per definizione più forte della carne, ha bisogno della sua parte di soddisfazione. Il luogo già lo conoscete, anche se non vi ho mai detto dove si trova. In effetti non è fondamentale avere l’indirizzo esatto, posti così per fortuna ce se sono ancora, dove ci si può rifugiare, “via dalla pazza folla”, e trovare qualche amico appassionato dello Scopone Scientifico, meglio se non fanatico perché giocare è piacevole ma senza mangiarsi il fegato. Che bel gioco, amici miei, forse uno dei giochi con le carte più coinvolgenti. Le sue origini, italiche, paiono essere molto lontane nel tempo. Un prete napoletano, o forse un monaco domenicano, tal Chitarrella, in un trattato pubblicato nel 1750, ne ha codificato le regole. Lo scopone era molto diffuso e veniva (e tuttora viene) giocato con un mazzo di quaranta carte, le italiane o napoletane (bastoni, coppe, denari, spade) oppure le francesi (cuori, quadri, fiori, picche). Quarantaquattro sono le regole del Chitarrella, il quale tra le altre cose afferma: “ … Chi non ha memoria e non è capace di continua attenzione lasci lo Scopone e vada a giocare a noci … capire l’opportunità della presa e trovare un rimedio in caso di bisogno, questo è lo studio grande e sottile che conferisce allo Scopone dignità di scienza … Ricordati, o buon giocatore, che non giochi soltanto con le tue carte ma anche con quelle del tuo compagno … la filosofia dello Scopone consiste nel considerare, di là dal guadagno immediato, l’esito finale.”
Due coppie di giocatori, nove carte a testa, quattro in tavola e buon divertimento.
Fabrizio Scarpa – 10 marzo 2010
“il Mercoledì” – numero 10 anno XVI