Era una domenica di trenta anni fa, una domenica di carnevale, il 13 febbraio 1983. I bambini erano sorridenti e felici nei loro costumi e si lanciavano coriandoli e stelle filanti. Le vie della città, anzi di tutte le città, anche quelle più piccole, erano piene di gente festante. Da qualche parte si erano conclusi da poco i lunghi cortei di carri allegorici, molti si stavano avviando per tornare a casa. Qualcuno aveva pensato di concludere la giornata andando al cinematografo a vedere un film comico per fare quattro risate e concludere in bellezza quel giorno di festa, che non era stato accompagnato da un tempo clemente, aveva nevicato e faceva molto freddo. Al cinema Statuto, in via Cibrario, vicino a corso Francia, dalle parti di piazza Statuto, era in programmazione un film francese, La capra, con tra gli interpreti anche Gérard Depardieu, un film che narrava la storia di un ragazzo e di una ragazza, che avevano la peculiarità di attirarsi qualsiasi tipo di sventura. Allo spettacolo delle sei c’era parecchia gente, e molto maldestramente qualcuno aveva bloccato dall’esterno le uscite di sicurezza, per evitare che nella confusione potessero entrare delle persone senza pagare il biglietto. Un gesto assolutamente irresponsabile che finì per avere delle terribili conseguenze, in seguito a un incendio scoppiato nella sala gremita, causato da un cortocircuito. Dalle case vicine la gente vide presto il fumo alzarsi, i vigili del fuoco arrivarono in forze, mentre all’interno del cinema la gente urlava terrorizzata. Gli spettatori della platea furono liberati forzando le uscite di sicurezza, mentre in galleria molte persone erano bloccate. Lì purtroppo le vittime furono una quarantina, soffocate dalle esalazioni di acido cianidrico, prodotto dalla combustione del tessuto delle sedie e del rivestimento plastico delle pareti. Più di venti persone trovarono la morte nei bagni e nei corridoi, nel vano tentativo di cercare una via di fuga. Alla fine le vittime furono 64, una vera e propria strage che non doveva assolutamente accadere. Il responsabile fu condannato e i parenti ricevettero un rimborso, ma 64 persone dai 7 ai 55 anni terminarono in quel cinema il loro percorso di vita in un modo terribile. Da quel giorno scattò l’effetto Statuto, quasi tutte le sale teatrali e cinematografiche furono dichiarate inagibili, così come le discoteche, i luoghi di ritrovo, i circoli culturali, e furono molti i locali che restarono chiusi per rimettersi a norma, qualcuno non aprì più. Mi rendo conto di quanto sia tremendo ricordare quel giorno, ma non si possono dimenticare quelle persone che erano andate al cinema per finire in bellezza una giornata di festa e che furono vittime incolpevoli di un gesto irresponsabile.

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