Quante cose sono successe nel giro di poche ore, quel giorno di luglio di quaranta anni fa. La mattina del 19, poco dopo le otto, mi trovavo in un’aula del Liceo Cavour, a Torino, per sostenere l’esame orale della maturità classica. Era il primo anno di una delle tante riforme scolastiche: due scritti, il tema di italiano e la versione dal latino, il primo andato molto bene, mi è sempre piaciuto scrivere e soprattutto ho avuto un ottimo professore, Giovanni De Rossi, la seconda purtroppo un mezzo disastro, praticamente collettivo; due orali, uno scelto dalla commissione, il greco, e uno scelto dallo studente, io scelsi italiano, dove mi sentivo sicuro. La mia allergia allo studio mi aveva portato in prossimità degli orali a tentare un recupero quasi impossibile, per cui stavo praticamente immerso nel caffè, sicché un giorno la mia mamma mi dovette dare una mezza pastiglietta per farmi dormire. Da quel momento in poi nulla ricordo, salvo che dopo me, che non parlai neppure sotto tortura, andarono sotto i ferri Nelson, Gingio (il Mastrocuciniere), e altri tre, con alterne fortune. Nel pomeriggio era in programma una delle solite partite di calcio, che organizzavo per poter praticare il mio sport preferito, e forse segnai pure un bel gol di testa. Quindi una giornata con i piedi sulla terra anche se non ero molto lucido, a causa della famosa mezza pasticchetta. Della squadra, di cui ero il padre padrone, faceva parte anche l’Anticosaggio, già saggio anche se non ancora antico, il quale “per premiare il mio ottimo comportamento alla matura”, mi portò negli studi RAI di Torino, in via Verdi, allora uno dei più prestigiosi della televisione italiana, per assistere a un evento straordinario, il primo allunaggio. Per la prima volta due astronauti americani, Armstrong e Aldrin, passeggiarono per due ore e mezza sulla superficie lunare, a fare fotografie e a raccogliere campioni di roccia, mentre il terzo, Collins, restò sull’Apollo 11 a girare intorno alla Luna, non di certo per cercare parcheggio. “Un piccolo passo per l’uomo, un grande balzo per l’umanità”, ed è storia. Che ore indimenticabili!
Fabrizio Scarpa – 22 luglio 2009
“il Mercoledì” – numero 29 anno XV