La stagione è quella che è: l’autunno sta finendo e ci prepariamo a vivere un altro inverno. La giornata, grigia e piovigginosa, non invita di certo a fare una passeggiata e lo stare in casa porterebbe inevitabilmente a rifugiarsi sotto le coperte a dormire. Troppo banale sarebbe rinchiudersi in un cinema o in un teatro, cose molto più piacevoli a farsi di sera. Lo stomaco manda i primi chiari segnali per ricordarci che si avvicina l’ora del pranzo. Siamo in due e, senza bisogno di tante parole, si decide di andare a mangiare in un locale di nostri amici, una piccola taverna in una delle tante borgate della nostra città, dove a poche centinaia di metri dal mondo caotico ci si ritrova in un angolo di pace e tranquillità. Il locale è semplice e pulito, l’atmosfera è calda, non solo per la temperatura ma soprattutto per l’accoglienza. Quello che ci viene offerto da mangiare è semplice e genuino a cominciare dagli stuzzicanti antipasti (acciughe al verde, salami di produzione artigianale, …). Poi arriva in tavola un cartoccio che, appena aperto, emana profumi invitanti di funghi, bacche di ginepro, erbe aromatiche e selvaggina. Una beccaccia, una di quelle squisitezze che non si possono gustare tutti i giorni e che viene servita a pochi e particolari intenditori. A ogni boccone le nostre papille degustative impazziscono di piacere, mandandoci in brodo di giuggiole. Non possiamo fare a meno di lasciarci andare, mettiamo giù le posate e con le mani prendiamo gli ossicini per poterli meglio spolpare. Qualche bicchiere di vino genuino e un abbondante assaggio di formaggi molto speciali completano il pasto. Quindi ci si sposta al tavolo vicino al bancone del bar, dove ci attendono sei incalliti giocatori di scopone scientifico. Inizia così una accanita sfida, con frequenti scambi di coppie. Tra una partita e l’altra sorseggiamo un caffè o un bicchierino tassativamente pagato dai perdenti. Immancabili i soliti gatti, che abbiamo adottato a distanza. Una domenica piacevole in compagnia di cari amici in un ambiente familiare, magari presto vi farò sapere dove.

Fabrizio Scarpa – 2 dicembre 2009
“il Mercoledì” – numero 44 anno XV

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