Certe volte sembra che nella nostra testa ci sia un traffico simile a quello che si ha nell’ora di punta su un raccordo anulare o in autostrada quando tutti si affannano a partire creando code inestricabili. La nostra povera testa rimbomba di rumori assordanti, o meglio sembra assordata da rumori rimbombanti. Spesso non serve a niente chiudersi al buio in un angolo tranquillo, il caos che ci turba non viene dall’ambiente che ci circonda ma dai pensieri, dai ricordi, dai problemi che si accumulano dentro di noi. Non è follia (speriamo!), è un fenomeno abbastanza normale, che si verifica in situazioni di stress, di grande stanchezza. La causa sembra dovuta ai troppi ricordi che ingolfano il nostro cervello, per cui l’eccessivo traffico finisce per rallentare i ragionamenti e per favorire le amnesie. Il consiglio di un gruppo di ricercatori canadesi della Concordia University di Montreal è quello di sgomberare la memoria dai carichi superflui. Facile a dirsi! Dovremmo rinunciare a ricordare il superfluo per concentrarci solo sulle cose necessarie. Per i giovani risulta molto più agevole, la loro memoria è più libera, c’è molto più spazio per immagazzinare nuove informazioni. Pensiamo un poco ai bambini, con quanta facilità imparano a suonare uno strumento musicale o quanto in fretta apprendono una nuova lingua. Per i “diversamente giovani” tutto risulta molto più complicato, non solo per i danni provocati dall’invecchiamento e per la progressiva perdita di neuroni, ma soprattutto per l’estrema difficoltà a mettere da parte le informazioni più irrilevanti. La zavorra dei ricordi manda in tilt riflessione e logica. “Ridurre l’ingombro dei pensieri rilassandosi con esercizi adatti a pulire la mente” è la ricetta degli studiosi canadesi. Insomma, dimenticare per ricordare sarebbe la soluzione, o meglio la giusta ricetta per uscire dalla confusione mentale. Fermo restando che l’inesorabile trascorrere del tempo i suoi danni non può che continuare a farli, comunque tenere la nostra memoria in costante esercizio aiuta sicuramente a rimanere più lucidi quando occorre il massimo della concentrazione. Leggere, scrivere, studiare. Provare per credere!
Fabrizio Scarpa – 27 aprile 2011
“il Mercoledì” numero 17 anno XVII