Margherita Hack, Ottavio Missoni, Mariangela Melato, Anna Proclemer, Massimo Catalano, Gigi Rizzi, Rosella Falk, Franca Rame, Alberto Bevilacqua, Giuliano Gemma, Carlo Lizzani. Luigi Magni, Juan José Bigas Luna, Tony Musante, Rossana Podestà, Damiano Damiani, Peter O’Toole, Andrea Brambilla in arte Zuzzurro, Vincenzo Cerami, Angelo Rizzoli, Giulio Andreotti, Antonio Maccanico, Margaret Thatcher, Teodoro Buontempo, Emilio Colombo, Luigi Spaventa, Hugo Chavez, Madiba Nelson Mandela, il cardinale Ersilio Tonini, Ferruccio Mazzola, Stefano Borgonovo, Pietro Mennea, Georges Moustaki, Claudio Rocchi, Lou Reed, Little Tony, Franco Califano, Jimmy Fontana, Roman Vlad, Gipo Farassino e gli amici cambianesi Mario Piovano e Vittorio Sivera, sono i nomi solo di alcune delle persone che sono morte nel 2013. Sono nomi di persone più o meno famose, ma non bisogna dimenticare tutti gli altri che il 2013 si è tenuti per sé, a cominciare dalle vittime dei trafficanti di morte, che hanno perso la vita nel mare di Sicilia. Come tutti gli anni che lo hanno preceduto anche il 2013 ha visto morire milioni di persone in tutto il mondo, per morte violenta o per malattia, prematuramente, o dopo una lunga vita magari vissuta intensamente e serenamente. Non è stato un anno peggiore di tanti altri e non dobbiamo serbargli rancore. É stato un anno strano, di “tira e molla” politici, con le ennesime elezioni che hanno prodotto tre schieramenti molto vicini nei numeri (e molto lontani nelle idee e nei programmi), mentre più di un quarto degli aventi diritto al voto ha deciso di astenersi. Una grande occasione persa da un movimento che ha conquistato dal nulla milioni di voti, favorito dal fatto che il PDL ha perso sei milioni di voti e il PD tre, ma ha preferito stare fuori dalla mischia invece che tentare di partecipare a un cambiamento. Peccato! Un anno che ha visto per la prima volta la rielezione di un Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, diventato ingiustamente l’obiettivo di sterili critiche. Un anno che ha visto Papa Benedetto XVI dimettersi e assistere alla elezione del primo Papa extraeuropeo, il gesuita argentino di origini piemontesi Jorge Mario Bergoglio, che ha preso il nome di Francesco, come il santo di Assisi. Da subito Francesco incarna e interpreta la speranza, per i cattolici e per i laici, condannando la “globalizzazione dell’indifferenza”, in questo mondo dove pare oramai più importante apparire piuttosto che essere. Sembra ieri che eravamo nel 2012 e già il 2014 ha preso a correre velocemente. Buon anno Amici!

Fabrizio Scarpa – 8 gennaio 2014 “il Mercoledì” n° 1 anno XX

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