Ci siamo lasciati il primo di agosto con la promessa di rivederci a settembre. Settembre è arrivato e al momento dell’uscita del nostro amatissimo settimanale ce ne siamo fumati di già 1/6, senza contare che 2/3 del 2018 si sono vaporizzati, come nulla fosse. Agosto è stato un mese tremendo per la nostra Italia, con un susseguirsi di tragedie e un numero di morti da tempo di guerra. Dai “pericolosi” migranti stipati come bestie in furgoni scassati, morti durante il ritorno nelle loro fatiscenti baracche, dopo una giornata da schiavi trascorsa a raccogliere pomodori per pochi euro; alle vittime innocenti del crollo del viadotto di Genova, in un punto nevralgico per la circolazione autostradale; ai ragazzi morti in Calabria per un vero e proprio tsunami provocato dalla piena di un torrente. Ma non è facile stabilire il numero esatto di quanti non torneranno più a casa, senza contare coloro che una casa non ce l’hanno più. In tutto quello che è successo, compresa la tremenda esplosione sulla tangenziale di Bologna, non può non esserci la mano dell’uomo, sotto forma di errore o peggio di incuria. Che dire poi della nave della Marina Militare Italiana letteralmente sequestrata per la delirante decisione di un ministro della Repubblica, che non contento grida al complotto di fronte ad una inchiesta legittimamente aperta da un Procuratore della Repubblica, minacciando con arroganza di andare a nuove elezioni per “prendersi il Paese”, poiché “milioni di italiani sono con me”. Questo Bel Paese, fin dalla “supposta” Unità del 1861, è stato sempre mal governato, la Storia lo dice, ma dalla Storia noi italiani continuiamo a non imparare un bel niente! Non cambierà mai nulla fino a quando non cambierà la testa, anzi il cervello, del popolo italiano, finché noi italiani non diventeremo veramente un popolo. Questo è un “contratto” di governo tra le truppe cammellate xenofobe, guidate dal ministro di cui sopra, e i begolardi pentastellati, guidati da un ministro del lavoro che non ha mai lavorato, i quali non sono arrivati puri e casti da una lontana galassia, né provengono dalla grande massa degli astenuti (circa il 50% dell’elettorato!), e votavano a destra a sinistra o magari al centro, ammesso che esistano ancora quel tipo di ideologie, ma non bisogna dimenticare che in campagna elettorale sono state fatte promesse da rasentare il millantato credito, con l’aggravante della circonvenzione di incapaci. Ma ciò che più mi preoccupa non sono i begolardi che promettono l’irrealizzabile, ma coloro che a questi credono e li votano. Fermo restando che, se siamo in braghe di tela, con un debito pubblico pari a circa 50.000 euro pro capite, le colpe ricadono equamente su tutti i governi del passato. Dovremmo portare i libri in tribunale e dichiarare fallimento.
Un agosto tremendo
Fabrizio Scarpa – 5 settembre 2018
“il Mercoledì” n° 32 anno XXIV
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