Questa settimana dovrei parlare di politica. Non ne ho voglia, non mi va, ma mi tocca farlo. Sono successe troppe cose e troppe ne stanno accadendo. Il 6 maggio è morto a 94 anni Giulio Andreotti, senatore a vita, che per quasi settanta anni è stato sulla scena della politica italiana, quanto nel bene e quanto nel male questo lo potrà dire solo la storia, probabilmente. “La morte? Non sono pronto. Spero di morire il più tardi possibile”, ” … meglio tirare a campare che tirare le cuoia”, ” … preferisco andare ai battesimi piuttosto che ai funerali”, spesso nelle interviste parlava della morte e sono diventate celebri le frasi da lui pronunciate sullo specifico argomento. Ha avuto molti nemici: “a parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente di tutto”, del resto “a parlar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. Ma ha avuto anche molti amici, più o meno chiacchierati. La sua frase più celebre credo che resterà “il potere logora chi non ce l’ha”, anche se, a onore della storia, Andreotti l’ha rubacchiata al celebre diplomatico francese del Settecento Charles Maurice de Tayllerand. Comunque dopo una così lunga e intensa vita che sia pace alla sua anima, del resto gli eventuali conti li farà anche lui con chi di dovere. Questa settimana devo parlare di politica. Un nuovo governo è finalmente nato, finalmente per la nazione che ne ha davvero bisogno, le cose da fare sono innumerevoli e non più rimandabili. Non è il governo che avrei voluto, forse sono pochi che se avessero potuto scegliere avrebbero scelto questo tipo di governo, ma è l’unico governo possibile ed è assolutamente necessario. Vedere al governo il centro sinistra insieme al centro destra, che di destra e di sinistra hanno veramente poco, insieme al piccolo centro centro, mi fa sempre di più pensare che siamo fermi ai guelfi e ai ghibellini, ma forse anche un poco più indietro. Poco male quale sia il mio pensiero, l’importante è che il governo presieduto da Enrico Letta faccia tutte quelle cose che sono fondamentali per cercare di tenere a galla l’Italia, anche se già mi sembra che non manchino i ricatti e le imposizioni. Comunque è un governo con tanti giovani e molte donne e soprattutto senza tutta una serie di elementi che lo potevano rendere molto più indigesto, almeno a me. Questa settimana dovevo parlare di politica e l’ho fatto, a malincuore.
Fabrizio Scarpa – 8 maggio 2013 “il Mercoledì” numero 18 anno XIX