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Categories: Musica

L’artista non conta, conta solo la sua arte!

Qualcuno ha scritto che sarebbe scomparso da 40 anni e non da 20, perché Lucio Battisti decise di non apparire più in pubblico nel 1978, ad appena 35 anni, con una potenziale carriera di successi ancora molto lunga. Falso! Lucio è morto il 9 settembre del 1998, venti giorni prima della data celebrata da un suo grande successo, 29 settembre, reso famoso anche da altri, su tutti l’Equipe ’84 di Maurizio Vandelli. Aveva 55 anni, troppo pochi per lasciare la vita terrena. Un artista tra i più enigmatici, sicuramente uno fra i più cantati tra i nostri innumerevoli geni della canzone, molto schivo, tanto da negarsi più di altri suoi colleghi; si faceva vedere pochissimo, in televisione era molto a disagio, mentre dal vivo una parte del pubblico sembrava quasi non ritenerlo indispensabile. Certo nella scelta del ritiro era in buona compagnia, a partire dai Beatles, che nel 1968 lasciarono le scene, infastiditi dalle manifestazioni di isterismo durante i loro concerti. Lucio amava fabbricare musica con musicisti con i quali era in piena sintonia, come Giulio Rapetti, in arte Mogol, un poeta dell’amore, con il quale ha scritto la maggior parte dei suoi successi, ma anche con altri, dopo il sofferto distacco dall’amico paroliere. «Non parlerò mai più, l’artista non conta, conta solo la sua arte!», un vero e proprio epitaffio. Da Dolce di giorno a Una giornata uggiosa, quei due ci hanno regalato capolavori. Da dolce a uggiosa, una lunga strada che sottolinea l’involuzione della loro fantastica collaborazione. Mogol dal 1965 al 1982 ha letteralmente incastonato i suoi versi sulle musiche dell’amico Lucio Battisti, con tredici album (i vecchi amati padelloni a 33 giri) e ventiquattro 45 giri, tutti passati in vetta alle classifiche dei dischi più venduti. Sarebbe stato fantastico essere una chiocciolina per vedere, e capire, come quei due si dividessero il lavoro. Lucio non cantava in modo normale, aveva uno stile personale, con una metrica tutta sua, di certo non era stonato ma le sue tonalità erano e restano praticamente irraggiungibili. Come non ricordare Pensieri e parole, un incredibile capolavoro, due canzoni in una, dove Lucio duetta con sé stesso. Dopo il divorzio da Mogol, Lucio fece ancora cinque album, dopo l’avvento del più freddo CD. Nonostante il grande successo Lucio sovente è stato a torto etichettato come reazionario, addirittura fascista, forse perché le sue canzoni non erano a sfondo politico ma andavano a toccare le corde del cuore. Tutti abbiamo cantato Battisti intorno a un tavolo o su una spiaggia davanti a un falò, con l’accompagnamento di una chitarra. Era nato a Poggio Bustone (Rieti) il 5 marzo 1943, un giorno dopo Lucio Dalla!

L’artista non conta, conta solo la sua arte!

Fabrizio Scarpa – 12 settembre 2018

“il Mercoledì” n° 33 anno XXIV

Mangiafuoco

Fabrizio Scarpa, di origine veneziana, nato a Torino in un giorno di maggio in cui i prati erano rossi di papaveri, giusto nel mezzo dell'ultimo secolo dello scorso millennio, poco prima dell'ora di pranzo, appena in tempo per mettersi a tavola. VECCHIO CUORE GRANATA (Toro ora e per sempre).

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