Una recente indagine, condotta dal C.N.R (Centro Nazionale delle Ricerche), sull’inquinamento atmosferico, ha rilevato, nell’aria di Roma, la presenza di una notevole concentrazione di cocaina, cannabinolo (componente della marijuana), hashisc, oltre a nicotina caffeina e benzopirene, di solo cinque volte inferiore alla soglia di sicurezza e anche dieci volte superiore alla presenza di diossina, con picchi elevati durante l’inverno, quando la bassa temperatura ne impedisce maggiormente la dispersione nell’atmosfera. Il livello più alto è stato riscontrato nel centro della città, per intenderci vicino alle università agli ospedali e alle istituzioni. Qualche tempo fa, una analoga ricerca aveva segnalato che,quotidianamente, una grande quantità di cocaina affluisce nelle acque del Po, proveniente, tramite le fognature, dagli scarichi delle abitazioni private, delle industrie, degli uffici, dei laboratori. Anche nel terreno, in diretto rapporto con aria e acqua, sono presenti altrettanto alte percentuali della stessa sostanza. Un quarto di secolo fa, Antonello Venditti cantava “….grazie Roma, che ci fai vivere e sentire ancora una persona nuova”, sicuramente non pensando che, anni dopo, il solo respirare l’aria della “Caput Mundi” potesse dare “curiose” sensazioni. A proposito, la stessa indagine ad Algeri ha dato risultati assolutamente negativi. E poi si dice il vento dell’Africa! Sempre a proposito, in giro ci sono tanti spacciatori, ma i consumatori devono essere un bel numero, e i “coatti” sono la minoranza.
Fabrizio Scarpa
il Mercoledì nr. 22/XIII – Moncalieri 6 giugno 2007