C’era una volta …! Parrebbe l’inizio di una favola ed effettivamente per oltre cento anni è stata una bella fiaba, che però non ha avuto quel lieto fine, dove tutti vissero … felici e contenti. Questa è la storia di una banca, nata nel 1894, importante non solo a livello nazionale e ancora molto amata e ricordata soprattutto da coloro che hanno avuto l’onore di lavorarci. La chiameremo semplicemente Banca, per sottolinearne il grande valore, perché chi la conosce o l’ha conosciuta non avrà difficoltà a ricordarla nel vasto e intricato panorama bancario. Purtroppo non esiste più, da parecchi anni ormai. Sembrava dovesse diventare uno dei più grandi colossi bancari a livello non solo europeo invece, dopo avere festeggiato i suoi primi 100 anni ed essere stata privatizzata, all’inizio del Terzo Millennio è finita in un vortice perverso, tanto da diventare facile preda di coloro che da sempre erano stati i suoi più terribili concorrenti, veri e propri nemici giurati, che sono riusciti nell’intento di farla scomparire, svendendone molte filiali come fossero stalle con annesso bestiame. Era nata sul modello della banca mista universale, che prevedeva erogazione di credito soprattutto alle grandi imprese industriali, ma si rivolgeva anche alle varie casse di risparmio, scontandone le cambiali relative ai prestiti concessi da queste alle piccole e medie imprese. La Banca sostenne la nuova struttura industriale italiana con la raccolta di capitale di rischio per i settori siderurgico, meccanico, elettrico, chimico, tessile, senza escludere trasporti e lavori pubblici. Vennero aperte filiali su tutto il territorio nazionale, partendo dalle grandi città e presto, attraverso una rete di filiali e banche partecipate, le operazioni vennero estese al mercato internazionale. Era una Banca all’avanguardia, anche da un punto di vista tecnologico. Alla fine degli anni settanta divenne eccellenza quasi assoluta per le operazioni con l’estero, facendo scuola nel settore bancario. Inoltre entrando in una filiale qualsiasi, grazie alla circolarità dei rapporti, si poteva accedere al proprio conto corrente, per versare o prelevare, cosa molto importante per chiunque viaggiasse per lavoro o per diletto. Tutto avveniva in tempo reale, cosa che oggi a distanza di quaranta anni non esiste praticamente più, come dire che si sono fatti grandi passi indietro. Nelle lotte a favore dei lavoratori i suoi dipendenti sono sempre stati in prima linea, senza mai tirarsi indietro, fino a quando, con l’avvento della globalizzazione, il mondo del lavoro è finito a catafascio, tanto che oggi ci si trova nella palude di una crisi economica, senza grandi possibilità di uscita, con sempre meno possibilità di avere la sicurezza di un posto di lavoro. E senza lavoro come può essere ridistribuita la ricchezza, destinata a finire sempre più nelle mani di pochi?
La Banca
Fabrizio Scarpa – 25 luglio 2018
“il Mercoledì” n° 30 anno XXIV
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