«Certe notti o sei sveglio o non sarai sveglio mai … Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’è …», così canta Luciano Ligabue in una sua bella canzone del 1995. Certe notti, già, infatti la notte è molto particolare e se uno non riesce a dormire o meglio ancora può non dormire, perché può riposarsi in altri momenti della giornata, ecco che la notte assume un significato particolare, trasgressivo. Si trasgredisce anche non facendo nulla di strano, si trasgredisce anche solo accendendo l’apparecchio televisivo e trovando qualcosa di interessante da guardare. Infatti non si capisce bene per quale motivo di notte aumenta la qualità di ciò che viene trasmesso, se si eccettuano i canali pseudo porno, quelli dove vengono pubblicizzati strani unguenti o pasticche dagli effetti strabilianti o più semplicemente quelli dove viene pubblicizzata qualsiasi cosa, più o meno vendibile. Sarebbe interessante sapere quale sia il pubblico notturno, o almeno una parte di esso, quella interessata a programmi di qualità che (non si capisce per quale motivo) vanno in onda solo a ore improponibili della notte. Certamente, essendosi allungata la prospettiva di vita, in giro ci sono molte più persone in età avanzata, che preferisco chiamare vecchi anziché anziani. Persone che durante il giorno non hanno molto da fare e quindi possono permettersi qualche sonnellino ristoratore, questo sì realmente trasgressivo. Purtroppo è anche aumentato il numero di quelli che sono rimasti senza un lavoro e quindi anche tra questi probabilmente qualcuno di notte accende il televisore, non fosse altro che per distrarsi un po’. Ho sempre amato la notte, da ragazzo ero io a viverla, adesso lascio che sia lei a vivere me, non con rassegnazione ma con piacere. Del resto sono sempre stato un poco gatto e, per tutti i gatti e tutti i felini, la notte è il momento migliore per la caccia e quello che è cambiato è solo il tipo di preda, oltre naturalmente al terreno di caccia. Una di queste “certe notti” mi ha fatto un regalo, casuale e inaspettato. Dopo essermi svegliato per “problemi idraulici”, regalo del tempo, purtroppo meno casuale e inaspettato, ho acceso la macchina magica nell’istante in cui veniva trasmesso un film del 1980, del regista François Truffaut, L’ultimo metrò, interpretato da un trentenne Gerard Dépardieu e da una stupenda Catherine Deneuve. Un bel film, anzi un capolavoro, che ho rivisto dopo tanti anni con grande passione e che vi invito a cercare in dvd per vederlo o rivederlo, perché proprio non si può perdere. Buona notte o comunque buon riposo.
Fabrizio Scarpa – 4 dicembre 2013 “il Mercoledì” n° 44 anno XIX